Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia: agli inizi di marzo 2022 in ciascuna di queste quattro regioni è attiva una stazione di alimentazione supplementare per i capovaccai che viene periodicamente rifornita con scarti di macelleria.

Si tratta di tre strutture fisse, protette da una recinzione, e di una struttura “volante”, protetta da un recinto elettrico. Tutte le stazioni vengono monitorate da un sistema di videosorveglianza e/o da fototrappole, con il duplice scopo di verificarne l’uso da parte dei capovaccai e di altre specie di rapaci e di garantire la sicurezza dei luoghi.

A metà marzo 2022 ha iniziato a essere operativo il carnaio fisso realizzato in Puglia, nella ZPS/ZSC Area delle Gravine. É stato attivato con lo scopo di essere utile ai capovaccai che frequentano la zona, inclusi i giovani liberati negli anni passati in Puglia prima e in Basilicata poi, e di favorire il ritorno di un coppia riproduttiva in questa che è stata l’ultima area pugliese a registrare una nidificazione (nel 2014). Realizzata dalla Regione Puglia, la struttura è gestita dalla LIPU.

In Basilicata è attiva già dal 2017 una stazione di alimentazione localizzata nella SZC/ZPS Gravine di Matera, in prossimità di un sito di nidificazione e dell’area di liberazione dei capovaccai nati in cattività. Viene utilizzata in maniera regolare, oltre che dai capovaccai, anche da un numero notevole di nibbi reali, nibbi bruni e poiane. Nell’ambito del progetto LIFE Egyptian vulture il suo rifornimento è stato gestito dall’Associazione CERM tra il 2017 ed il 2020 e, in seguito, dalla Regione Basilicata attraverso la società De Rerum Natura sas.

Il carnaio operativo in Calabria è ubicato nei pressi di un’area di nidificazione, ultimo sito riproduttivo conosciuto per la specie in questa regione.

La struttura presente in Sicilia è localizzata nella parte occidentale della regione, lungo la rotta migratoria da e verso l’Africa maggiormente utilizzata dai capovaccai e da molti altri rapaci. Si tratta, dunque, di un luogo strategico nel quale la disponibilità di alimenti può giocare un ruolo importante perché il lungo viaggio vada a fuon fine. Questo punto di “ristoro”, tra l’altro, può evitare che gli animali siano costretti a compiere spostamenti in cerca di cibo nelle aree limitrofe, molto antropizzate e nelle quali insiste un forte rischio di bracconaggio.

A gestire le strutture di Calabria e Sicilia è la Stazione Ornitologica Calabrese su incarico dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA).

Una quinta stazione di alimentazione, già operativa nel 2020 e 2021 in Val d’Agri, verrà a breve riattivata dalla Regione Basilicata per supportare la coppia di capovaccai che nidifica nella vicina murgia.
