Facciamo il punto, a fine 2021, sull’esito delle operazioni di rilascio di giovani capovaccai messe in atto nell’ambito del progetto LIFE Egyptian vulture.
In totale, tra il 2018 ed il 2021 sono stati liberati in Basilicata, nel Parco della Murgia Materana, 19 esemplari. Tutti erano nati in cattività al CERM Centro Rapaci Minacciati e di essi 11 sono stati liberati nell’anno di nascita, tre ad un anno d’età e cinque a due anni d’età.
Otto giovani hanno raggiunto le aree di svernamento africane. Sette di essi lo hanno fatto nell’anno stesso del rilascio, alla fine dell’estate (Leonardo, Jane, Birba, Clint, Gabriel, Pablo e Lucas). Solo Diego, capovaccaio liberato nel 2019 all’età di un anno, ha avuto un comportamento diverso: dopo aver trascorso le prime due stagioni invernali in Sicilia, ha intrapreso la migrazione verso l’Africa nel settembre 2021 partendo dall’estremità meridionale Grecia, raggiunta dopo aver girovagato per cinque mesi nell’Europa orientale.
Diego è anche l’unico degli otto capovaccai attualmente svernanti in Africa a trovarsi inCiad, usuale area di svernamento dei capovaccai balcanici; gli altri sette giovani capovaccai, invece, si trovano tutti in Mali. Quest’ultimo paese si era già rivelato come quello preferito per lo svernamento dai capovaccai italiani; infatti, era stato la meta di altri capovaccai nati in cattività e liberati dall’Associazione CERM precedentemente all’avvio del progetto LIFE Egytpian vulture.
Una volta giunti in Africa, alcuni degli otto giovani capovaccai liberati in Basilicata sono rimasti più o meno in una medesima area mentre altri hanno effettuato spostamenti più consistenti che li hanno portati a toccare varie nazioni della fascia sub sahariana. Jane, ad esempio, ha visitato Niger, Nigeria, Burkina Faso e Mauritania prima di raggiungere il Mali, paese nel quale è attualmente localizzata.
Che ne è stato degli altri 11 individui liberati in Basilicata? Due di essi sono stati ricatturati dopo il rilascio perché mostravano difficoltà nell’adattamento alle vita selvatica e, in seguito, sono stati riportati al CERM.

Cinque individui, purtroppo, sono morti per cause antropiche. Clara è stata uccisa a fucilate in Sicilia nel 2018, Bianca è morta per probabile avvelenamento in Tunisia nel 2018 ed Isabel è scomparsa a Malta nel 2021; anche se il suo corpo non è stato ritrovato vari elementi indicano che sia stata vittima di un atto di bracconaggio. Lucrezia e Juanita, invece, sono morte a causa di elettrocuzione su linee elettriche a media tensione, non lontano dall’area di rilascio. Lucrezia, liberata nel 2019, aveva trascorso l’inverno in Calabria ed aveva poi fatto ritorno nell’area di rilascio la primavera successiva.
Due giovani, Noè nel 2019 e Fabio nel 2020, sono morti annegati nel Mar Mediterraneo durante la migrazione verso l’Africa. Si tratta, purtroppo, di una causa di morte naturale che non è infrequente e che si verifica quando i giovani, che non abbiano incontrato altri migratori “esperti”, intraprendono una rotta sbagliata che li porta ad attraversare molte centinaia di chilometri di mare aperto. Eventualità che capita anche ai giovani nati in natura.
Rimangono sconosciute, invece, le cause che hanno portato al decesso di Kate, avvenuto in Sicilia nel 2020 durante lo svernamento, ed alla scomparsa di Beatrice, della quale si sono perse le tracce poco dopo il rilascio, nel 2019.
Sino a questo momento l’esito dei rilasci è senza dubbio positivo, nonostante l’impatto significativo determinato da alcune minacce antropiche (elettrocuzione, bracconaggio e avvelenamento). Ciò vale soprattutto per quanto riguarda gli individui che sono stati liberati nell’anno di nascita, un’elevata percentuale dei quali (oltre il 54%) è riuscita a raggiungere le aree di svernamento.
I dati acquisiti grazie all’impiego dei GPS di cui i capovaccai vengono dotati consentono di verificare l’esito dei rilasci e, fatto estremamente rilevante ai fine della conservazione della specie, di individuare le principali cause di mortalità.